Parlar da Nozauti
Archivio Multimediale di Comunità:
Parlar da Nozauti
lingua madre che ci unisce
Il 23 dicembre 2020 abbiamo dato vita al gruppo facebook Parlar da Nozauti, un vero e proprio archivio multimediale del nostro patois francoprovenzale 'da nozauti'. In poco più di un anno la Comunità Valsoanina ha realizzato più di 200 video grazie ad oltre 50 narratori e più di 1050 iscritti. Video-lezioni, racconti ed antiche leggende, modi di dire del nostro territorio, indovinelli, racconti di vita vissuta dei Valsoanini, video-lezioni sugli attrezzi e sui mestieri di una volta; video-interviste nelle frazioni, video delle ricette tradizionali. Contribuisci anche tu, parlando da nozauti o partecipando al gruppo. Andiamo Avanti Insieme - Ensembio !
La nostra lingua madre dà voce e corpo alle emozioni trasmesse dalla natura che ci circonda.
23 dicembre 2020. Saluti dalla valle Soana.
Una valle fantastica, dal carattere selvaggio e dalle tradizioni ben vive e salde nella sua comunità.
Dal patois, il nostro da nozauti, parlato da tanti e valorizzato e tramesso grazie al lavoro collettivo e spontaneo dei Valsoanini. Ad oggi, dopo solo 1 anno, piu di 50 narratori hanno dato voce a ricordi, poesie, racconti e lezioni dal vivo.
Questa è Comunità, perchè Fare insieme è Fare bene.
Su facebook la nostra parlata - da nozauti - incontra i valsoanini in giro per l'europa (è montagna spopolata.. terra di emigranti)
- https://m.facebook.com/groups/danozauti
- https://www.instagram.com/parlar_da_nozauti/
- https://parlardanozauti.blogspot.com
- https://www.youtube.com/channel/UCAybyYcG8irxvQiyvTx86jw
Considerazioni:
La nostra lingua è Viva! Il nostro da nozauti è VIVO! Non chiudiamolo in un museo. PARLIAMOLO!
“Parlare a qualcuno in una lingua che comprende consente di raggiungere il suo cervello. Parlargli nella sua lingua madre significa raggiungere il suo cuore”. Nelson Mandela
il patuà non va chiuso in una teca, non deve diventare prezioso come l'oro, è la lingua di tutti i Valsoanini e anche dei maret che amano la valle! Chi lo sa lo deve parlare sempre e insegnare ovunque, nelle scuole, in piazza, al bar ... Orgogliosamente popolare!
La nostra bella lingua, é sempre stata solo parlata. Non certo perché i nostri avi non fossero in grado di scriverla, ma perché non ne avevano probabilmente bisogno ( come si evince da documenti di diverso tipo dell' 800; come lettere d' amore e poesie) . Al contrario i toponimi li troviamo scritti in patois anche nei documenti ufficiali, per es. di compravendita o altro. E questi vanno assolutamete Salvati e riscritti così come li ritroviamo o ricordiamo.
. Nessuno mette in discussione il grande lavoro linguistico che si é concluso con l'utilizzo della grafia BREL, necessario per dare delle regole precise ad una parlata orale.
Credo però che In questo momento storico è necessario salvare la nostra lingua madre, in qualsiasi modo, a costo di fare i ribelli, uscendo dalle righe e scrivendo come si parla, pur di non perderne la diffusione e riuscire a farsi capire da tutti.
Sappiamo tutti che il rischio di estinzione, da qui ai prossimi cinquant'anni è reale. Sono veramente pochi i trentenni che parlano il patois, ed ancor meno quelli che lo parlano in casa coi figli. E' assolutamente necessario in questo momento ricorrere ad altri strumenti per la diffusione, che non sia solo una fredda grammatica scritta.
Vorrei prendere ad esempio il grande lavoro che stanno facendo in Valle d' Aosta. Auspico anche qui, presto, la creazione e diffusione di un Audio - Dizionario , realizzato a memoria d' uomo, che comprenda tutte le varianti della Valle.
Credo che Insieme, possiamo fare grandi e belle cose per dare a tutti la possibilità di Imparare, trasmettere e Conoscere la nostra lingua madre.
Da una parte la grammatica ufficiale del francoprovenzale, dall'altra la forza della Comunità che in questa lingua madre si riconosce.
Il lavoro di Gabriele Reverso, col suo dizionario, è stato importante e proficuo proprio perchè rende in modo immediato e facile a tutti conoscere il patois e capirlo. Certo non riconosce le regole proprie del francoprovenzale, ma resta fonamentale a chi si avvicina al patois per amor di conoscenza della lingua orale. D'altronde non abbiamo altro dizionario Francoprovenzale della Valle Soana che che possa aiutare chi vuole imparare a parlarlo.
Riprendo, pari pari, le cosiderazioni dal sito del patois Valdostano:
https://www.patoisvda.org/it/
Il destino del patois è nelle mani dei suoi parlanti, i patoisant: il patois avrà una chanse per sopravvivere finché ci saranno persone che avranno voglia di parlarlo e soprattutto di trasmetterlo da una generazione all'altra.
L'obiettivo non è quello di contribuire al mantenimento del patois a uno stadio di presunta "purezza linguistica", ma piuttosto quello di fornire un'immagine reale della lingua così come si presenta oggi. È per questo che il dizionario non ricava i suoi dati attingendo al patrimonio letterario valdostano, ma dal linguaggio corrente e dalla produzione scritta contemporanea. Allo stesso modo, il dizionario seleziona i termini forniti dagli informatori esclusivamente sulla base del criterio della loro attestazione "a memoria d'uomo".
Tenendo presente la grande variabilità fonetica e lessicale del francoprovenzale valdostano, rilevabile persino all'interno dello stesso nucleo familiare, il dizionario non pretende di definire "il" patois di un comune (concetto, peraltro, puramente astratto), ma si limita a proporre, per ogni località valdostana, una tra le tante varianti possibili: quella attestata dall'informatore. È per questa ragione, d'altra parte, che il nome dell'informatore è sempre associato alla scheda del lemma fornito.
https://avasvalleedaoste.it/homepage.asp?l=1